#iostoconlilli

ItaliaPer arrivare a capire meglio il significato e il vero valore del referendum del 22 ottobre 2017 , è fondamentale partire dall’articolo 116 della nostra Costituzione, che prevede la possibilità di attribuire ulteriori competenze alle Regioni tramite un accordo con lo Stato.

Si tratta del cosiddetto “federalismo differenziato”, introdotto dalla riforma costituzionale voluta nel 2001 dall’allora  Governo di centrosinistra (DS + Margherita e altri) e approvata a larga maggioranza (64%) dagli italiani con un referendum confermativo.

Partendo da questa considerazione noi come “Binasco Più” siamo favorevoli a ragionare su più autonomia per le regioni con i conti in ordine (come la Lombardia) ai sensi dell’articolo 116.
Ora il quesito che il referendum del 22 ottobre realmente pone è esattamente l’applicazione dell’articolo 116, e si sintetizza cosi :
“Volete voi lombardi più autonomia ai sensi della costituzione vigente?

Fa piacere che il presidente Maroni voglia usare l’articolo 116 per ottenere l’autonomia differenziata ma è un peccato però che per arrivare a questo si debba passare da un referendum “consultivo” che non è richiesto dallo Stato.
Tutto per ribadire, al costo di 50 milioni, una cosa su cui siamo già d’accordo.

Quello che dispiace, però, è che il referendum sia presentato, a partire dallo slogan dei costosi manifesti che tappezzano la Lombardia, come “referendum PER l’autonomia”, come se fosse l’atto che renderà la Lombardia “autonoma”.
In realtà si tratta di “ulteriori forme di autonomia”, ma si induce a credere che il referendum procuri l’autonomia, quando in realtà non produce nessun effetto giuridico.
Inoltre è corretto ricordare che se dovesse vincere il si , una serie di promesse come:
– la Lombardia diventerà Regione a Statuto speciale (come il Trentino e le altre quattro)
– si potrà “riavere indietro” dallo Stato 54 miliardi all’anno (il famoso residuo fiscale)
– saranno abbassate le tasse
potrebbero essere attuate solo se fosse cambiata la Costituzione e la Lombardia diventasse totalmente autonoma!
Cosa DIVERSA da quello che chiede in realtà il quesito!

Altro tema interessante è l’utilizzo sperimentale per la prima volta in Italia del voto elettronico (fonte di problemi laddove utilizzato, in Venezuela e Kenya recentemente, costoso –23 milioni-, ancora soggetto a guasti e brogli, abbandonato da Paesi avanzati che l’avevano sperimentato, come la Norvegia…).
In conclusione ci chiediamo:

Come può un referendum consultivo regionale ottenere lo Statuto Speciale che deve essere invece inscritto in Costituzione? NON PUÒ

Come può un referendum consultivo regionale far ottenere solo alla Lombardia la restituzione di risorse fiscali regolate da meccanismi che valgono per tutte le Regioni? NON PUÒ

Come può un referendum consultivo regionale ottenere l’abbassamento di tasse statali? NON PUÒ

Si può però evitare di perdere tempo prezioso, risorse (come 50 milioni di euro) e avviare un confronto con lo Stato come sta già facendo, per esempio, l’Emilia Romagna senza referendum, facendo politica e non propaganda.

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